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madre, lo ha persuaso e convinto che non deve più venire. È vero?

Landolina.

Sì, ecco, professore, questo crede proprio d’esser riuscita a ottenerlo.

Toti.

E ora vuole l’attestato da me!

Landolina.

Se lei vuol esser tanto buono....

Toti.

Io? Altro che! Come no? Vedo che lei è un sacerdote di coscienza, di coscienza come la sorella, e sono pronto, come no? — prontissimo a farglielo. Che vuole che mi costi? Due righe, è vero? come qualmente, avendo saputo tutto il dolore onde è stato afflitto il suo cuore di sorella e offesa la sua coscienza di buona cristiana per queste dicerie, eccetera, eccetera, attesto e certifico, eccetera, eccetera.... Può andare. Glielo faccio! GUelo faccio, e ghelo mando!

Landolina.

alzandosi.

Io la ringrazio tanto, tanto, professore! Ma non potrebbe darlo a me?

Toti.

Ah, no. Ora non ho tempo, padre. Glielo faccio e glielo mando.

Landolina.

Bene, bene Lo manderà a me?

Toti.

No. Direttamente a lei. Se ne vada tranquillo. — Ma mi dica una cosa, padre. Lo sa lei che Giacomino — buon giovine, ottimo, ottimo giovine timorato, rispettoso, ma.... un po’, via, perdigiorno — trovò posto alla Banca per me?