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permette le parlo io, ora, senza ambagi, lesto lesto, alla spiccia. — Lei, mandato dalla sorella, vorrebbe che io, per troncare queste che lei chiama dicerie pregiudizievoli, dicessi a Giacomino di non mettere più piede a casa mia. È vero?

Landolina.

No, professore, non questo, propriamente.

Toti.

E che altro vorrebbe allora da me?

Landolina.

Ecco. Io le ho parlato della sorella: del dolore della sorella per queste dicerie, che non fanno male soltanto al giovine, ma anche....

Toti.

Non s’interessi, non s’interessi di me, la prego!

Landolina.

Capisco che lei è superiore a queste miserie.... Ma una povera donna, no, una povera sorella, che dobbiamo piuttosto considerare come madre, no; ne soffre, ne piange, domanda conforto e ajuto — (è donna) — e perciò ha mandato me a supplicarla, professore, d’esser cortese d’un piccolo attestato, proprio per suo conforto e nient’altro: come qualmente queste dicerie non hanno, né certo possono avere, il minimo fondamento nella realtà....

Toti.

E nient’altro vorrebbe"?

Landolina.

Nient’altro, oh, nient’altro!...

Toti.

Perchè, quanto a ritornare qua Giacomino, la sorella crede di poter essere sicura che questo non accadrà mai più, è vero? poiché lei, da buona