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Atto primo 31

LlLLINA.

Sì, viene quasi ogni giorno, a quest'ora. Credevo che oggi non sarebbe venuto percliè aveva par- lato con lei, e invece.... Ah, com'ero contenta! credevo d'essermi levato questo peso, questo peso che mi schiaccia!... Vada, vada a parlare a papà, professore.... Io sono qua.... Ma per carità non gli faccia capire.... Se dice di sì, va bene.... ma se no.... per carità! E grazie, grazie, professore.... mi com- patisca....

LiUina entra nel Gabinetto di Storia naturale e richiade l'uscio. Il professor Toti resta come stordito a considerare l'in- carico che Lillina gli ha dato e fa una lunga scena muta si- gnificando per cenni espressivi la sfiducia di riuscire, la sua disillusione, poi come sarebbe stato bello per lui avere un bamboccetto, piccolo così, da portarsi per mano: se lo vede lì davanti, gli fa tanti attucci, ma poi pensa che c'è di mez- zo questo benedetto Giacomi- no — troppi, a cui dovrebbe pensare il governo: lui, uno; la moglie, due; Giacomino, tre; il bambino, quattro.... eh, troppi! troppi ! — e si gratta la testa. — Guarda verso l'uscio del Gabi- netto di Storia naturale; pensa che Lillina e Giacomino forse so- no di là, insieme, e di nuovo considera la difiìcoltà deU'inca- rico ; tentenna il capo e scuote le mani con le dita raccolte per le punte, come a dire: "Che posso farci io ? ,, In quest'atto lo sor- prende Cinquemani, che ritorna cauto dal corridojo a sinistra.