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24 PENSACI, Giacomino!

LlLLINA.

No, più! più che padre! Un padre fa bene ai suoi figliuoli, ma li ha fatti lui: è suo dovere. Lei è più che padre!

TOTI.

Va bene, si: ma tu come padre, solo come pa- dre m'hai da considerare ! Non voglio che mi consi- deri altrimenti, perchè — se avessi, dico poco, vent'anni di meno! — ma non posso e non voglio essere altro che padre per te, figliuola mia bella!

LlLLINA.

Padre, padre, si! Lei sarà il nostro vero padre, ecco! È cosi solo lei, poverino! ha bisogno di chi Tassista, di chi lo curi.... Ci sono io! E lei sarà, non solo il padre, ma anche il padrone della mia casa! E così io le potrò dimostrare tutta, tutta la gratitudine per il bene che m'ha fattoi

TOTI.

Ma che dici "bene„ figliuola mia? Se tu sei contenta, se tu veramente mi vuoi trattare così, parU di "bene,,, tu? E che è, che diventa questo piccolo bene che ti faccio io, di fronte a quello che mi farai tu? Non perchè io vogha niente da te, ma perchè mi basta — per questi ultimi anni di vita che mi restano — sentirmi un po' d'aUto at- torno, te che ridi.... te che sei contenta....

LlLLINA.

Io sola? Siamo in due, siamo in due, professore, contenti e felici!

TOTI.

Siamo in due, io e tu, sì!

LlLLINA.

E Giacomino, professore ? e Giacomino che sarà più contento di me e di lei?

ToTI

restando. Giacomino? Come, Giacomino?