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SCENA OTTAVA.
Baldovino - Fabio.
Baldovino.
seduto, s’insella le lenti su la punta del naso e, reclinando indietro il capo:
Le chiedo, innanzi tutto, una grazia.
Fabio.
Dica, dica....
Baldovino.
Signor marchese, che mi parli aperto.
Fabio.
Ah, si, si.... Anzi, non chiedo di meglio....
Baldovino.
Grazie. Lei forse però non intende questa espressione " aperto „, come la intendo io.
Fabio.
Ma.... non so.... aperto.... con tutta franchezza....
E poiché Baldctino, con un dito, fa cenno di no.
....E come, allora?
Baldovino.
Non basta. Ecco, veda, signor marchese: inevitabilmente, noi Ci costruiamo. Mi spiego. Io entro qua, e divento subito, di fronte a lei, quello che devo essere, quello che posso essere — mi costruisco — cioè, me le presento in una forma a’Halta alla relazione che debbo contrarre con lei. E lo stesso fa di se anche lei che mi riceve. Ma, in fondo, dentro queste costruzioni nostre messe cosi di fronte, dietro le gelosie e le imposte, restano poi