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Signora Cini.
Seguita a burlarsi di noil... Se sapesse, signorina, come ci ha burlate....
Dina.
È tanto cattivo, in questo momento, anche con tutte noi, sa? Abbiano pazienza un pochino.... Non ho più bisogno di niente. Vado a dire alla mamma che ci sono qua loro, e questo basterà.... Ah zio, se la sentissi.... È un tesorino di vecchietta.... come parla!... che bontà!... Ci ha mostrate tutte le letterine della figliuola....
Signora Cini.
Già.... ma.... se, come ci stava dicendo il signor
Laudisi.
Dina.
E che ne sa lui? Non le ha mica lette lui! Signora Nenni.
Non possono esser finte?
Dina.
Ma che fìnte! Sono così chiare, evidenti! Può mai ingannarsi una madre su le espressioni della propria figliuola? L’ultima letterina, di jeri....
S’interrompe, udendo nel sa lotto accanto, attraverso l’uscio rimasto aperto, rumor di voci.
Ah, eccole.... sono qua, sono qua sen/,’altro!
Va a l’uscio e guarda.
Signora Cini.
correndole appresso.
Con lei? con lei?
Dina.
Sì, vengano, vengano.... Bisogna che stiamo tutte nel salotto.... Sono già le undici, zio?