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Laudisi.
Eh.... i dati di fatto, signore mie! L’atto del secondo matrimonio — a quanto pare — parla cliiaro.
Signora Nenni. Ma allora la pazza è lei!
Laudisi.
E già! Parrebbe lei....
Signora Cini.
Ma come? Aveva detto lui!
Laudisi.
Sì. Ma perchè l’atto, signora mia, può esser benissimo — come ha assicurato la signora Frola — un atto simulato, messo su con l’ajuto degli amici, per secondare in lui la fissazione che la mogUe non fosse più quella, ma un’altra.
Signora Cini.
Ah, ma allora un atto.... così, senza valore?...
Laudisi.
Cioè, cioè.... Con quel valore, signora, con quel valore che ognuno gh vuol dare! Non ci sono, scusi, anche le letterine che la signora Frola dice di ricevere ogni giorno dalla fighuola per mezzo del panierino, là, nel cortile? Ci sono queste letterine, è vero?
Signora Cini.
Si, ebbene?
Laudisi.
Ebbene: documenti, signora! Documenti, anche queste letterine! Ma secondo il valore che lei vuol dar loro! Viene il signor Ponza, e dice che sono fìnte, fatte per secondare la fissazione della signora Frola.
Signora Cini.
Ma allora, oh Dio! di certo non si sa niente.