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gine che, a sua volta, appunta r indice contro di lui. Sghigna ancora, poi:

Eh, lo so: io dico: tu — e tu dici: io! — Tu! tul

— E già, io.... — Va’ là, ctie cosi a tu per tu, ci conosciamo bene noi due! — Il guajo è che come ti vedo io, non ti vedono gh altri! E allora, caro mio, che diventi tu? Dico per me che, qua di fronte a te, rni vedo e mi tocco — tu, per come ti vedono gU altri, che diventi? — Un fantasma, caro, un fantasma! — Eppure, vedi questi pazzi? Senza badare al fantasma che portano con se, in sé stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro i fantasmi, altrui 1 E credono che sia una cosa diversa.".’..

Il cameriere, entrato, resta sbalordito a sentir le ultime parole del Laudisi allo specchio. Poi chiama:

Cameriere.

Signor Lamberto....

Laudisi.

Eh!

Cameriere.

Ci sono due signore. La signora Cini e un’altra....

Laudisi.

Vogliono me?

Cameriere.

Hanno chiesto della signora. Ho detto che si trovava a visita dalla signora qua accanto, e allora....

Laudisi.

Ebbene?

Cameriere.

Sì sono guardate negli ocelli, poi hanno detto:

— "Ah si? ah sì?,, — e m’hanno domandato se non c’era proprio nessuno in casa.