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Agazzi.
Certo che, stando a ciò che dice lei, si può spiegar tutto....
Laudisi.
Ma si può spiegar tutto ugualmente, stando a ciò che dice luì, il genero!...
Sirelli.
E allora — pazzo — nessuno dei due? Ma uno dev’essere, perdio!
Laudisi.
E quale? non potete dirlo voi, né può dirlo nessuno! E non già perchè codesti dati di fatto, che andate cercando, siano stati annullati da un accidente qualsiasi — un incendio, un terremoto —; ma perchè li hanno annullati essi in sé, nell’animo loro, volete capirlo? — creando lei a lui, o lui a lei, un fantasma che ha la stessa consistenza della realtà, dov’essi vivono perfettamente, di pieno accordo! E non potrà esser distrutta, quella loro realtà, da nessun documento, poiché essi ci respirano dentro, la vedono, la sentono, la toccano! — Al più, per voi potrebbe servire, il documento, per togUervi voi una sciocca curiosità. Vi manca, ed eccovi dannati al meraviglioso supplizio d’aver davanti, accanto, qua il fantasma e qua la realtà, e di non poter distinguere l’uno dall’altra!
Agazzi.
Filosofia, caro, filosofia! — Lo vedremo, lo vedremo adesso se non è possibile!
Sirelli.
Abbiamo inteso prima l’uno e poi l’altra; met tendoU insieme, ora, di fronte, vuoi che non si scopra dove sia il fantasma, dove la realtà?
Laudisi.
Io vi chiedo licenza di seguitare a ridere alla fine.