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Agazzi.

stordito dal profondo accento di sincerità con etti la signora Frola ha pailato.

Ah.... ma come? La sua figliuola?

Signora Frola.

subito, con ansia costernata.

Vedono che è vero? Perchè vogUono negarlo? Ha detto loro cosi, è vero?

SlRELLI, esitando, ma studiandola. Sì.... difattl.... ha detto....

Signora Frola.

Ma lo so! E so quale turbamento gli cagiona il vedersi costretto a dir questo di me! — È una disgrazia, signor Consighere, che con tanti stenti, attraverso tanti palpiti e tanti dolori s’è potuta superare — ma così, a patto di vivere come viviamo.... Purtroppo, capisco, deve dar nell’occhio alla gente, provocare scandalo, sospetti.,.. Ma d’altra parte, se lui è un ottimo impiegato, zelante, scrupoloso.... Lei lo avrà già sperimentato, certo....

Agazzi.

No.... per dir la verità, ancora....

Signora Frola.

Per carità non creda alle apparenze! — È ottimo—lo hanno dichiarato tutti i suoi superiori! E perchè si deve allora tormentarlo con questa indagine della sua vita famihare, della sua disgrazia — ripeto — già superata, e che — a rivelarla — potrebbe comprometterlo nella carriera?

Agazzi.

Ma no, signora, non s’affligga cosi.... Nessuno vuol tormentarlo.... Che compromissione?

Signora Frola.

Dio mio, come vuole che non m’affligga nel vederlo costretto a dare a tutti una spiegazione....