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moglie a convivere con lei.... Intanto, è come in carcere quella disgraziata, chiusa a chiave, per paura che ella le entri in casa. È tranquilla, si, e cosi mite, d’indole.... — ma, capiranno.... farebbero raccapriccio a mia moglie le carezze.... sarebbero anche uno strazio....
Amalia.
Ah, certo.... Povera signora, immaginiamoci!
Signora Sirelli.
È dunque lei, la signora, che vuol esser chiusa a chiave...?
Ponza.
Signor Commendatore, intenderà che io non potevo permettere, se non forzato, questa visita.
Agazzi.
Ah, intendo ora perfettamente, e mi spiego tutto!
Ponza.
Chi ha una sventura come questa, deve starsene appartato. Costretto a far venire qua riiia suocera, era mio obbligo fare innanzi a loro questa dichiarazione, non potendo, da pubblico funzionario, per rispetto al posto che occupo, permettere clie si creda di me, in paese, una cosa così disumana: che io, cioè, per gelosia o per altro, impedisca a una povera madre di veder la propria fighuola.
Si alza.
Chiedo scusa alle signore d’averle involontaria mente turbate... Signor Commendatore!
Signori....
S’inchina.
S’inchina. Davanti a Laudisi e Sirelli.
S’inchina, e via per l’uscio comune.