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dei due! Permettete? Ve lo dimostro. — Tutt’e due, qua, vedete me. — Mi vedete, è verot
Sirelli.
Eh sfido!
Laudisi.
No no. Vieni qua, vieni qua....
Sirelli.
gli s’appressa, sorridente, com« per prestarsi a uno scherzo.
Perchè t
Laudisl
Vedimi meglio. Toccami. Cosi, bravo. — Tu sei sicuro di toccarmi come mi vedi, è vero?
SlREXLI.
Direi....
Laudisi.
Non puoi dubitare di te, sfido! — Ora, scusi, venga qua lei, signora.... No no, ecco, vengo io da lei....
Le si fa davanti, si piega su un ginocchio:
Mi vede, è vero? Alzi una manina; mi tocchi.... — Gara manina!
Sirelli.
Ohe.... ohe....
Laudisi.
Non gli dia retta! — È sicura anche lei di toccarmi come mi vede? Non può dubitare di lei.... — Ma per carità, non dica a suo marito, né a mia sorella, né a mia nipote, né alla signora qua, come mi vede, perchè tutt’e quattro altrimenti le diranno che lei s’inganna. Mentre lei non s’inganna affatto! Perché io sono realmente come mi vede lei! — Ma ciò non toglie, cara signora mia, che io non sia anche realmente come mi vede suo marito, mia sorella, mia nipote e la signora qua, che anche loro non s’ingannano affatto l