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Laudisi.

Sei forse andata a vederlo, tu?

Dina.

Si, zietto! Con la mamma. E mica noi sole, sai? Tutti sono andati a vederlo.... — C’è un cortile interno, così bujo che pare un incubo, con una ringhiera di ferro in alto in alto, lungo il ballatojo dell’ultimo piano, da cui pendono coi cordini tanti panieri....

Laudisi.

E con questo?

Dina.

con meraviglia e indignazione.

Ha relegato la moglie lassù!

Amalia.

E la suocera qua, accanto a noil

Laudisi.

In un bel quarti erino, la suocera, in mezzo alla città!

Amalia.

Grazie! E la costringe ad abitar divisa dalla figUa?

Laudisi.

Chi ve l’ha detto? E non può esser lei, invece, per avere maggior libertà?

Dina.

No, no! che, zietto! Si sa che è lui!

Amalia.

Ma scusa, si capisce che una fighuola, sposando, lasci la casa della madre e vada a convivere col marito, anche in un’altra città. Ma che una povera madre, non sapendo resistere a viver lontana dalla fighuola, la segua, e nella città dove anche lei è forestiera, sia costretta a viverne divisa, via, am-