Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Dove credi che sia? Pezzo d’ingrato! Ah, la insulti ora per giunta? E non ti vergogni? non ne senti rimorso in faccia a me? tu? E per chi l’hai presa? Ah credi che ella possa passare dall’uno all’altro come niente? Madre di questo bambino, che tu sai bene di chi è! Ma che dici? Ma come puoi parlar così?
Giacomino.
Ma lei, professore, lei piuttosto, mi scusi, lei, lei come può parlar cosi?
Toti.
Hai ragione.... hai ragione.... hai ragione....
Rompe ia un pianto disperato, buttandosi sul divano e abbracciandosi forte forte il bambino, che, sentendolo piangere, è accorso a lui.
Ah povero Nini mio.... povero piccino mio.... che sciagura.... che rovina.... E che ne sarà della tua mammina ora? che ne sarà di te. Nini, bello mio.... con una mammina come la tua.... senza esperienza.... senza più chi l’assista e chi la guidi?... Ah, che baratro!... che baratro!...
Sollevando il capo con fierezza, rivolto a Giacomino.
Piango, perchè mio è il rimorso; piango, perchè io t’ho protetto; io t’ho accolto in casa; io ho parlato a lei di te in modo da toglierle ogni scrupolo d’amarti! E ora che lei t’amava sicura.... madre di questo bimbo qua.... ora, tu....
Balza in piedi terribile, risoluto, convulso.
Pensaci, Giacomino! Io sono buono, ma appunto perchè sono così buono, se vedo la rovina d’una jDOvera donna, la rovina tua, la rovina di quosia creatura innocente, io divento capace di tutto! Pensaci, Giacomino! Io ti faccio cacciar via dalla Banca! Ti bullo di nuovo in mezzo a una strada!