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questioni preliminari 25

chità? Nessun antico escluso? «Il Ciclope o lo Gnomo, le Grazie o le Parche». E non anche la Sirena, metà donna, metà pesce? «La vita non aveva che o liberi o servi». E non poteva qualche libero sentirsi servo e qualche servo sentirsi libero entro di sè? Non cita lo stesso Arcoleo Diogene che «chiude il mondo nella botte, e non accetta la grandezza d’Alessandro, se gli toglie la vista del sole?» E che vuol dire che l’intelletto greco poteva percepire il contrasto e l’Arte non poteva esprimerlo perchè la vita era diversa? Com’era la vita? O tutta pianto o tutta riso? E come faceva allora l’intelletto a cogliere il contrasto? Ogni astrazione bisogna che abbia per forza radice in un fatto concreto. C’era dunque il pianto e il riso, non il pianto o il riso; e se l’intelletto poteva cogliere il contrasto, perchè non avrebbe potuto esprimerlo l’arte? «Tutt’al più — dice l’Arcoleo — il contrasto dalla sfera dell’intelletto passò nell’altra dell’immaginazione, si tramutò in fantasma, e allora Aristofane fece la satira dei sofisti, e Luciano degli Dei». Che vuol dire quel tutt’al più? Se il contrasto dalla sfera dell’intelletto passò in quella de l’immaginazione e si tramutò in fantasma, vuol dire che divenne arte. E allora? Lasciamo andare Aristofane che, come vedremo, non ha nulla da fare con l’umorismo; ma Luciano non è soltanto autore dei dialoghi degli Dei. E andiamo avanti.

«Il mondo antico rimpiccolì nelle forme plastiche le energie soprannaturali». Ecco un’altra sintesi. Tutto il mondo antico e tutte le energie soprannaturali? anche il fato? E tutta l’Italia del rinascimento «rimase nei suoi gusti pagana, serena; non ebbe curiosità, non intimità?» Vedremo. Parliamo d’umorismo e delle espressioni artistiche di esso, espressioni eccezionali e speciosissime, ripeto: ci basterebbe un umorista solo; ne troveremo parecchi, in ogni tempo, in ogni luogo;