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zione il castigo mandato da Dio. Ma da Dio, proprio? Se Dio era giusto, se Dio vedeva nei cuori.... Gli uomini, piuttosto.... Strumenti di Dio? Ma ricevono da Dio forse la misura del castigo? Eccedono, o per bassezza di spirito o per aberrazione d’onestà.... Accettare umilmente la condanna, senza ragionarla, e perdonare? Avrebbe potuto ella perdonare? No! No!

E Marta levò il capo e guardò la chiesa, come se a un tratto vi si trovasse smarrita. Quel silenzio, quella pace solenne, l’altezza di quella vôlta, e là quel confessionale piccolo, e quella vecchia prostrata e quel confessore immobile, impassibile, tutto le si allontanò improvvisamente dallo spirito rivoltato, come un sogno vano in cui ella, nel torpore della coscienza, fosse penetrata e che ora, risentendo la cruda e dolorosa sua realtà, vedesse dileguare.

Si alzò, ancora perplessa; sentì mancarsi le gambe, ebbe come una vertigine, si portò una mano a gli occhi, e con l’altra si sorresse a una seggiola; poi attraversò quasi vacillante la chiesa. Su la panca, sotto la cantoria, vide ancora il vecchietto, nella stessa positura, con le braccia incrociate sul petto, assorto nella preghiera, estatico.

Fino a casa si portò nell’anima l’immagine di lui.