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liti rumorose, violente; ma alla fine doveva cedere e pagare e pagare. Intanto la vendita scemava di giorno in giorno; crescevano i debiti e i reclami; i mercanti di cuojame disdicevano gl’impegni e rimandavan la merce e si rivolgevano altrove. La zia, ignara, gli domandava ogni mese, per l’andamento di casa, quella somma che era solita di prendere per l’addietro, come se gli affari andassero bene allo stesso modo; e lui, che non si sentiva il coraggio di esporle il miserando stato delle cose, s’adoperava in tutti i modi perchè, ogni mese, non mancasse almeno il denaro per lei.

Marta finalmente s’era levata di letto, e già moveva i primi passi, sorretta dalla madre e da Maria, dalla poltrona a pie’ del letto fino allo specchio dell’armadio.

— Come sono, mio Dio!

Levava un braccio dal collo di Maria e si ravviava con la bianca mano tremolante i capelli da la fronte, lievemente, e sorrideva guardandosi negli occhi, quasi con smarrita pietà per le sue povere labbra arse dal cociore di tante febbri. Poi andava a sedere nel seggiolone di cuojo presso la finestra. Veniva Anna Veronica e le parlava con la sua naturale dolcezza dei vespri di maggio consacrati alla Madonna: — La chiesa fresca, tutta fragrante di rose; poi la