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quali ella aveva promesso un’offerta per la guarigione di Marta:
— Questi, — soggiungeva, — valgono più del tuo medico spelato, con un occhio a Cristo e l’altro a San Giovanni.
E contraffaceva il medico e la voce di lui oppressa dal perenne intasamento nasale: — “Soffro di litiasi, signora mia!„ — Che sarebbe? — “Mal di pietra, signora mia, mal di pietra!„
Marta sorrideva dal letto pallidamente, seguendo con gli occhi i versi di Anna, e anche Maria e la madre sorridevano.
La sera, prima di tornarsene a casa, Anna recitava il rosario con la signora Agata e con Maria, nella camera di Marta.
La malata ascoltava il borbottìo della preghiera nella camera debolmente rischiarata da un lume guarnito d’una ventola di mantino verde; guardava le tre donne inginocchiate, curve su le seggiole, e spesso, alla litanìa, rispondeva anche lei alle invocazioni di Anna Veronica:
— Ora pro nobis.
Quel senso di serenità, fresca, dolce e lieve, che suol dare la convalescenza, le si turbava al sopravvenir della sera. Le pareva che quel lume riparato dal mantino verde fosse poco, troppo poco contro l’ombra che invadeva la casa; e un’ambascia cupa, un’oscura costernazione,