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VII.
Dopo il parto. Marta stette circa tre mesi tra la vita e la morte.
Provvidenza divina, questa malattia, diceva Anna Veronica. Sì, perchè, altrimenti, le due povere superstiti, la vedova e l’orfana, sarebbero certo impazzite. Invece, nella lotta disperata contro quel male che sembrava invincibile, le loro labbra, che pareva non avessero dovuto mai più sorridere, sorrisero due mesi appena dopo la morte quasi violenta del capo della casa, ai primi accenni della convalescenza di Marta.
Instancabile, Anna, dopo tante veglie, recava adesso ogni mattina alla convalescente piccole immagini odorose di santi, contornate di carta trapunta, punteggiate d’oro, con nimbi d’oro.
— Qua, — diceva, — entro la busta, sotto il guanciale: — ti guariranno: son benedette.
E mostrandole i due santi patroni del paese, San Cosimo e San Damiano, con le tuniche fino ai piedi, la corona in capo e le palme del martirio in mano; i due santi miracolosi, di cui presto sarebbe ricorsa la festa popolare, e ai