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malinconico miserabile la aveva gettata, e s’era rivolta a Dio per perdono.
La signora Agata vedeva spesso in chiesa Anna Veronica, ma fingeva di non accorgersene; Anna intendeva e non se n’aveva per male: levava gli occhi in alto, e in essi e su le labbra le ferveva più viva la preghiera, preghiera nutrita ormai d’amore per tutti, per gli amici e pei nemici, come se toccasse a lei dar prima esempio di perdono.
Avvenuto lo scandalo di Marta, Anna Veronica aveva guardato con altri occhi la signora Agata, le domeniche, a messa. Sapeva che Marta era incinta; e un giorno, uscendo dalla chiesa, s’era accostata umilmente all’amica che pregava ancora e, deponendole in fretta un involtino in grembo, le aveva detto:
— Questo per Marta.
La signora Agata aveva voluto richiamarla; ma Anna s’era voltata appena a salutarla con la mano ed era scappata via. Nell’involtino la signora Agata aveva trovato alcune trine intrecciate all’uncinetto, tre bavaglini ricamati, due cuffiette. N’era rimasta intenerita fino alle lagrime.
Delle molte amiche ch’ella contava, nessuna dopo lo scandalo era rimasta fedele; ma, ecco, in cambio, quest’antica amicizia ora si ranno-