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Da questo Paolo Sistri, figliuolo d’una sorella defunta della signora Agata, ebbero le tre donne notizia delle prodezze di Rocco Pentàgora, ch’era partito veramente, il giorno dopo lo scandalo, in cerca dell’Alvignani, col professor Blandino e col Madden. A Palermo, Gregorio Alvignani non aveva voluto dapprima accettare la sfida; era anzi riuscito a persuadere al Blandino d’indurre il Pentàgora a ritirarla; ma allora questi lo aveva pubblicamente investito per costringerlo a battersi con lui. E s’era fatto il duello e Rocco aveva riportato una lunga ferita alla guancia sinistra. Ora, da tre giorni, era ritornato in paese in compagnia d’una donnaccia venduta; se l’era portata nella casa maritale, la aveva costretta a indossare le vesti di Marta e, sollevando l’indignazione di tutto il paese, si offriva spettacolo alla gente, conducendosela a passeggio, in carrozza, così parata.
Ebbene, dopo tali notizie, non si smoveva ancora il padre? non riconosceva l’indegnità di quel vile? non si vergognava di sottostare alla condanna infame di colui?
Marta fremeva di sdegno e di rabbia, faceva un continuo violento sforzo su sè stessa per contenersi innanzi alla madre e alla sorella, dall’aria sempre più afflitta e abbattuta.
— Piangi, Maria, ma perchè? — domandò una