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casa. Egli non perdona, lo so. Va’ tu a trovarlo; digli che torni, mamma; io me ne vado. Lo so, non mi crede più degna di stare in casa sua. Digli che vi sono venuta.... così, perchè non sapevo dove andare. Me ne vo.... Non sapevo dove andare....
Due care braccia, tese in un impeto di commozione, la attirarono a sè.
La madre disse:
— Dove volevi andare? Dove puoi andare? Rimani, rimani qua, con Maria. Andrò a parlargli....
Si tirò sul capo e si ravvolse attorno al collo uno scialletto nero di lana, e uscì.
La larga strada del sobborgo, molto animata durante il giorno, restava poi, la sera, silenziosa e sola, come una contrada di sogno, con le alte case in fila tacite, buje, su le cui finestre la luna rifletteva un verde lume qua e là. Un greve, interrotto sfilar di nubi fumolente velava a quando a quando la pallida e fresca serenità lunare e gettava ombre cupe su la strada umida.
— Oh San Francesco! — invocò la madre, alzando una mano verso la chiesa in fondo alla strada.
Lì, a pochi passi dalla casa, su la stessa strada suburbana, sorgeva la vasta conceria, di cui Francesco Ajala era proprietario. Appressandosi,