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vegliar la morta.... e che stieno tranquille.... e.... che io le saluto....

— Sarà servita, non dubiti. Oh, senta.... se per caso, più tardi, il signor Rocco.... e anche lei.... la cesta è qui, nella saletta.... dico, se per caso.... Io non ho affatto appetito. Mi creda, signora mia: ho come una pietra qui, su la bocca dello stomaco. Sono molto sensibile.... Basta, la saluto. Chiamo adagino adagino Fifo e ce ne andiamo. Coraggio, e la saluto.

Rimasta sola, Marta tese l’orecchio per ascoltare che cosa il marito facesse nell’altra stanza. Piangeva egli forse in silenzio? o pensava?

“Non gl’importa più nulla di me.... — disse tra sé Marta. — Non gli nasce neppur la curiosità di sapere se io sia o no andata via.... Eppure sa dove debbo andare.... Ora andrò.... Gli ho detto tutto.... Solo del figlio, no. Ma il figlio è mio.... mio soltanto.... com’era mio soltanto quell’altro che mi morì per lui.... Ah, se io l’avessi avuto!...„

Volse gli occhi al letto, su cui le quattro torce aduggiavano la giallezza del caldo lume. Alcune rigide pieghe del lenzuolo accusavano il cadavere nella pesante immobilità.

Paurosamente, con una mano, Marta scoprì il volto della defunta già trasfigurato; cadde in ginocchio accanto al letto e sciolse l’enorme