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tolo cupo, profondo, e uscì dalla stanza per accorrere al letto della moribonda.
Egli la seguì e là, affatto dimentico della madre morente sotto gli occhi suoi, domandò furibondo:
— Dimmi, dimmi tutto! Voglio saperlo.... voglio saper tutto! Dimmelo....
— No! — rispose Marta con ferma fierezza. — Se debbo morire.
E si chinò a rassettare i guanciali sotto il capo della giacente, che seguitava a mandare, dalla profondità del coma in cui era caduta, il sordo rantolo mortale.
— Morire? — domandò egli con scherno. — E perchè? perchè non vai da lui? T’ha ajutata? continui ad ajutarti....
Marta non rispose all’amaro oltraggio; chiuse soltanto gli occhi lentamente, poi terse con un fazzoletto il sudor ghiaccio dalla fronte della moribonda.
Rocco seguitò:
— Ecco una via per te! Vattene a Roma! Perchè morire?
— Oh Rocco!... — fece Marta. — Tua madre è ancora qui.... Fallo per lei....
Egli tacque, impallidì, contemplando la madre. L’idea della morte, manifestata da Marta, assunse allora, subito, dentro di lui una terribile immagine: Marta e la madre gli apparvero come le-