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glio, ora.... Ci sono qua io.... E c’è anche Marta.... Non l’hai veduta? Marta, qua.... vieni qua....

Marta andò all’altro lato del letto, e la moribonda si volse a guardarla, come prima aveva guardato il figlio.

— Eccola.... La vedi? — soggiunse egli. — Eccola Marta.... È questa.... Ti ricordi quanto ti parlai di lei, l’ultima volta?

La moribonda trasse un sospiro, a stento. Pareva non intendesse, e guardava con gli occhi invagati. Poi le ceree guance le si colorirono un po’ d’una tenuissima tinta rosea, e mosse una mano sotto le coperte. Subito Marta le sollevò e pose la mano in quella di lei, che agitò l’altra, guardando il figlio. Questi seguì l’esempio di Marta e la madre allora congiunse con uno sforzo le loro due mani, traendo un altro sospiro.

— Sì, sì.... — fece, commosso, Rocco alla madre, stringendo forte la mano di Marta, che non potè più frenare le lagrime.

I due Juè guardavano sbalorditi dalla sponda del letto ora Marta ora Rocco.

Poco dopo, la moribonda richiuse gli occhi, rientrando quasi nella profondità misteriosa, ove la morte l’aspettava.

Marta ritrasse timidamente la mano dalla mano del marito.

— Riposa di nuovo, — fece sottovoce la Juè.