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— Domani egli verrà, — pensava. — Mi vedrà qui; crederà che io voglia e possa accettare la sua proposta. Non ho pensato a lui, venendo; ma egli forse, quando saprà tutto, sospetterà ch’io sia venuta apposta per intenerirlo. No, no, domattina, prima ch’egli giunga, andrò via.... per non farmi vedere.... Andrò via....

Si levava da sedere; si accostava in punta di piedi alla giacente che pareva già morta; si chinava con l’orecchio su lei per accertarsi se respirava ancora, e tornava a sedere, a pensare:

— Com’è placida! E muore.... La morte è già dentro di lei, dentro il suo corpo dormente.... — Andar via? No: io non posso andar via.... debbo prima parlargli.... a ogni costo.... Col mio sacrifizio debbo ottenere ch’egli faccia il suo dovere; ajuti mia madre. Dunque, mi trovi qui, presso la sua! Gli dirò tutto.... tutto....

Il lume moriva sul tavolino lì accanto. Le ombre dei due dormenti s’ingrandivano e balzavano di tratto in tratto al singultar della fiamma, su la parete. Marta ebbe paura del bujo imminente e si alzò per svegliare la Juè.

— Il lume si spegne....

— Che fa? Ah, si spegne?... Facciamo così....

Si alzò, andò barcollando al tavolino e soffiò sul lume, soggiungendo: