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esclamava la Juè mettendo nelle braccia tutta la forza per richiuder le imposte contro il vento.
Marta era rimasta su la soglia, raccapricciata, con gli orecchi intenti al rantolo mortale, che era come il palpito orrendo della tenebra in quella camera.
Richiuse le imposte, il rantolo divenne, nel silenzio, insopportabile.
— E i fiammiferi? — sclamò donna Maria Rosa. — Ce l’ha Fifo che corre dietro al cappello e lascia noi qui, al bujo, nell’imbarazzo. — Ah che uomo! Tutto l’opposto, certe volte, di suo fratello, sant’anima! Vo a cercare in cucina....
Marta si accostò al letto, tentoni, quasi attirata dal rantolo. Fece per appoggiare le mani sul letto e subito le ritrasse, con vivissimo ribrezzo: aveva toccato il corpo della giacente; si chinò su lei e la chiamò, sottovoce:
— Mamma.... mamma....
Solo il rantolo angoscioso le rispose.
— Sono la moglie di Rocco.... — riprese Marta.
— Rocco.... — parve a Marta d’udir balbettare dalla moribonda, nel rantolo.
— La moglie di Rocco.... — ripetè. — Non abbia più paura: sono qua io....
— Rocco, — fece questa volta veramente la moribonda, sospendendo il rantolo.