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sato specialmente pe’ suoi: nessun rimorso, dunque; era preparata, già pronta. Dopo colazione avrebbe scritto la lettera; ecco, e poi, verso sera, sarebbe uscita per impostarla con le proprie mani; e poi.... poi non sarebbe ritornata più in casa. Ormai ogni difficoltà circa al modo di darsi la morte le appariva puerile: si sarebbe recata in prossimità della stazione ferroviaria, e giù, col capo tra le ruote d’un treno; o al mare, per annegarsi in qualche punto deserto.

— Che bel tempo! — disse a Maria, uscendo dalla camera. — Avevo lasciato gli scuri accostati per destarmi appena fosse giorno.... aspetta, aspetta: il giorno non spuntava mai....

Il cielo infatti era coperto e minaccioso, la prima volta, dopo tanta stagione serena.

Marta quel giorno fu dolcissima con la madre e con la sorella, in ogni parola, in ogni sguardo. Fu quasi allegra a tavola. Terminata la colazione, annunziò alla madre che avrebbe scritto al marito.

— Sì, figlia mia.... Dio t’assista!

La madre era sicura che Marta accondiscendeva alla riconciliazione; e con Maria attese tranquilla alle consuete faccende domestiche.

Nel pomeriggio il cielo s’incavernò: nubi gravide di temporale s’addensarono su la città, e si levò un gran vento. A ogni sbuffo, i vetri delle