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XIV.
Aveva preso sonno sul far del giorno. Durante la notte, aveva formulato la lettera per il marito, vagliando ogni parola, escludendo ogni frase di tenerezza per sè, di recriminazione per lui. S’era poi messa a immaginare la vita degli altri senza di lei, minutamente: il pianto, la disperazione della madre e della sorella: il conforto ch’egli, il marito, sarebbe accorso a recare; il rammarico, la meraviglia dei conoscenti; il compianto.... poi, con l’andar dei giorni, la calma desolata in cui il cordoglio s’assopisce; e man mano le strane piccole sorprese nel vedere, nel sentire che la vita ha seguito e segue tuttavia il suo corso, e noi.... noi con essa. I morti! I morti son lontani.... Dove, lei, dove, quando si sarebbe col tempo allontanata dal ricordo dei suoi?
Dopo due ore appena di sonno, si svegliò tranquillissima, come se l’animo avesse, durante il breve riposo, espulso la determinazione violenta. Nè di questa calma si stupì: a lungo aveva pensato, a lungo discusso, e aveva pen-