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— Stavo a scriverti! — le disse Gregorio, vedendola entrare. — Ecco la lettera....

Marta stese la mano per prenderla.

— No, è inutile, ora.... La lacero: pazzie! Non sei più venuta....

La guardò; le lesse in fronte la disperazione, e aggiunse:

— Povera Marta!

Poi le domandò, ma quasi senza speranza di risposta:

— Hai deciso?

Marta sospirò, aprendo le mani a un lieve gesto desolato, e sedette.

Egli tornò a guardarla, e sentì tutta la gravezza enorme, insopportabile della loro posizione. Quel silenzio, quell’inerte irragionevolezza opprimente lo urtarono. Per scuoterla, disse:

— Verrai con me?

Ma ella si voltò solamente a guardarlo. Poi chiuse gli occhi e reclinò indietro il capo, con disperata stanchezza.

— Nulla, dunque, nulla, — disse, — non hai trovato nulla....

— Ma che trovare? — s’affrettò egli a rispondere, appassionatamente. — Giorno e notte ho pensato a te; ho aspettato che tu venissi.... È inutile cercare, Marta! Guarda, ti scrivevo pro-