Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 269 — |
subito quella sua orrenda, cosciente agonia.... Oh no, no: quella morte, no! Ma armi, in casa, non ce n’erano.... Un veleno! Meglio morir di veleno.... Come procacciarselo?
Farneticava, e le ultime energie vitali si appigliavano a queste difficoltà materiali, le ingrandivano. Sentiva nelle altre stanze parlare la madre, e si domandava: — “Come farà? Avranno pietà di lei e di Maria, quando io non sarò più?„ Ma perchè la madre considerava come premio e compenso alle sciagure d’ogni sorta patite il pentimento del marito, la proposta di riconciliazione? Questo avrebbe voluto gridare alla madre che la martoriava in quei giorni, parlandole della giustizia che il tempo suol fare anche a dispetto degli uomini. — “La chiami giustizia, tu? Mi credi innocente, e chiami giustizia il pentimento di colui che m’ha infamata senza ragione? E se io fossi ancora veramente come tu mi credi, di che mi compenserebbe questo pentimento? Ah, ti pare che possa sorridermi l’idea di tornare a vivere in compagnia d’un uomo che mi ha fatto tanto male e che non m’intende, che io non stimo e non amo? Sarebbe questo il premio dell’innocenza mia?„
Volle recarsi un’ultima volta dall’Alvignani. Non s’illudeva; ma.... chi sa!... forse egli, pensando, parlando col Blandino, aveva trovato qualche altro scampo.