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— Gridi, lo faccia venir giù! Sono così, ma ho polsi, perdio, da storcergli il collo come a un galletto! È quel biondo mingherlino dell’altra volta?
— Sì, mio marito! — fece Marta. — Vada a trovarlo!
— Suo marito? Come! Quello è suo marito? — esclamò il Falcone, interdetto, stordito.
— Mi si tolga dai piedi.... Non ho da rispondere a lei....
Marta prese la via precipitosamente, seguita dal Falcone.
— E suo marito? Senta.... senta.... Mi perdoni....
— Vuol mettermi alla disperazione? — gli disse ella voltandosi e fermandosi un istante.
— Non si disperi.... Io sono il disperato! Mi perdoni, abbia pietà di me.... merito compassione, non disprezzo.... Non sono io il mostro, il mondo è un mostro, mostro pazzo che ha fatto lei tanto bella e me così.... Mi lasci gridar vendetta! Ripari lei, in odio a questo mondo pazzo! Faccia lei la mia vendetta! È una vendetta.... è una vendetta....
Marta tremava tutta, di paura, di sdegno, correndo: s’era lasciato dietro il Falcone, che gridava gestendo in mezzo alla via deserta:
— Vendetta! Vendetta!
Le finestre si schiudevano, la gente usciva