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— E allora? — domando Gregorio con voce irritata, cercando di rialzarsi dall’avvilimento con la forza della ragione. — Non intendi che non c’è più altro scampo? con me, o con lui, con tuo marito!
Marta si levò in piedi, alteramente.
— No! — disse. — Quest’ultima viltà, no! non la commetterò mai!
— E allora? — ripetè Gregorio.
Dopo un momento di silenzio, riprese:
— Con me, no; con lui, neppure; mentre egli te ne offre il destro, provvidenzialmente.... Lasciami dire! Pensa: Non hai il coraggio di venire con me.... per tua madre e per tua sorella, è vero? Sta bene. Come ripari allora? ti sacrifichi tu per loro, riunendoti con tuo marito, o si sacrifichino loro, e tu vieni con me. Ma dimmi: Hai forse cercato tu, adesso, il riparo che ti si offre? No. Egli, tuo marito, viene a offrirtelo, spontaneamente.
— Sì, — oppose Marta. — Ma perchè? perchè mi sa senza colpa, com’ero prima, e perchè è pentito d’avermi punita ingiustamente.
— E non t’ha punita davvero ingiustamente?
— Sì.
— E dunque? Perchè hai quasi l’aria di difenderlo adesso?
— Io? Chi lo difende? — gridò Marta. — Ma non posso più accusarlo ora, capisci?