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ora, dopo quello che è avvenuto tra te e me? Hai potuto sperarlo, rallegrartene?... Dio! Che ne hanno fatto dì me.... Che sono divenuta io? Mi hai aspettata; ci sono venuta, qua, in casa tua, coi miei piedi; e, ora che mi hai avuta, me ne posso pure andare da quell’altro?
— Come sospetti bassamente di me! — esclamò l’Alvignani, avvilito.
— Ah, io di te? E tu di me che pensi, se hai potuto sperare che.... Ma non sai il peggio ancora! Ah, la mia testa.... la mia povera testa....
E Marta si premette forte le tempie con le mani che le tremavano.
— Il peggio? — fece Gregorio Alvignani.
— Sì, sì: per me non c’è più scampo, ormai. Sappilo! La morte sola.
— Che dici?
— Sono perduta! M’hai perduta.... Sono venuta apposta per dirtelo.
— Perduta? Che dici? Spiegati!
— Perduta: non capisci? — gridò Marta. — Perduta.... perduta....
Gregorio Alvignani restò come basito, guardando fiso, con terrore, Marta, e balbettò:
— Ne sei certa?
— Certa, certa.... Come ingannarmi? — rispose ella, lasciandosi cadere su una seggiola. — Ah, per me è finita! Sono venuta per dirti questo.