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IX.


— Quando, quando ritornerai? — le domandò con fuoco l’Alvignani stringendola forte tra le braccia, su la scala.

Ella si lasciò stringere, senza rispondere: inerte, come insensata. A voler parlare, non avrebbe trovato la voce. Ritornare? Ma ora ella non avrebbe più voluto andar via; non già per non sciogliersi da quelle braccia, ma perchè lì ormai si sentiva come giunta al suo fine, piombata nel suo fondo, dove tutti, tutti, tutti la avevano spinta, quasi a furia d’urtoni alle terga, e precipitata. Come ritrarsene? come ritornare più indietro? come riprendere più la lotta ormai? Era finita! Dove tutti avevano voluto ch’ella arrivasse, era arrivata. Ed egli che l’aspettava, se l’era presa; era venuto a prendersela, così, semplicemente, come se tutte le ingiustizie da lei patite gli avessero creato questo diritto su lei. Ecco perchè subito, fin dal primo vederlo, non aveva potuto resistergli e si era trovata senza volontà innanzi a lui così sicuro. Senza volontà! Questa era la sua più forte impressione.