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— Ora guarda: due scalini.... Andremo su al terrazzo....

— No, no, ora me ne vado.... — rispose subitamente Marta, rizzandosi.

— Come! Ora che sei entrata? Son due scalini.... Devi vedere il terrazzo.... Sei già qui....

Marta si lasciò novamente attirare; ma, appena posto il piede nell’interno della casa, si sentì sciolta dell’incanto che l’aveva fin lì trascinata; le s’infoscò la vista; un vertiginoso smarrimento la colse. Era perduta! E, come in un incubo, sentì l’impotenza di sottrarsi al pericolo imminente.

— Il terrazzo? Dov’è il terrazzo?

— Ecco.... vi andremo.... — le rispose Gregorio, prendendole una mano e premendosela sul petto.

Ella gli levò in volto gli occhi pieni d’angoscia, supplicanti.

— Dov’è? — ripetè, ritraendo la mano.

Non vedeva altro scampo, ora.

Gregorio la condusse attraverso le stanze; poi salirono un’angusta scaletta di legno.

Marta lassù sentì aprirsi il cuore.

Lo spettacolo era veramente magnifico. La enorme chiostra dei monti incombeva maestosa e fosca sotto il fulgido cielo. Le schiene poderose si disegnavano con tagli d’ombra netti. E Morreale pareva là un candido armento pasco-