Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 228 — |
— Un momento solo.... di qua.... Vedi, non c’è nessuno....
— Ma dove? No....
— Perchè no? Vedrai la chiostra dei monti.... Morreale lassù.... poi le campagne tutte fiorite.... e da questa parte il mare, Monte Pellegrino.... e la città intera sotto gli occhi tuoi.... Ecco, la porta è qui. Vieni!
— No, no! — negò più recisamente Marta, guardando la porta, quasi non comprendendo ancora ch’egli abitasse lì e non trovando tuttavia la forza di liberare il polso dalla mano di lui.
Ma egli la attirò. Varcata la soglia, Marta trasse un lungo sospiro; sentì tra le mura del breve, angusto androne un momentaneo sollievo, come un fresco refrigerante.
— Guarda, guarda.... — le disse Gregorio accennando i colombi che tubavano tutti insieme, ora avanzandosi impettiti come in difesa del loro campo, ora allontanandosi impauriti dalla voce di Marta che s’era chinata a chiamarli:
— Come son belli.... Uh, quanti....
Gregorio la guardava così china, col desiderio irresistibile d’abbracciarla, di stringerla forte a sè e non lasciarla, non lasciarla mai più. Gli pareva d’averla sempre, sempre desiderata così, fin dal primo giorno che l’aveva veduta.