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ed ella questa volta lo aveva accolto senza quasi notarlo.

Da un pezzo lo stradone era divenuto solitario: la luce del sole metteva sul giallo della polvere come un fervore d’innumerevoli scintille che accecavano, e per cui pareva fervesse sotto i loro piedi anche la terra. Il cielo era d’un azzurro intenso, immacolato.

A un tratto si fermarono. Si fermò lui per primo. Marta si guardò attorno, smarrita. Ove erano? Da quanto tempo camminavano?

— Non eri mai arrivata fin quassù?

— No.... mai.... — rispose ella timidamente, continuando a guardare come se uscisse da un sogno.

— Di qua.... — le disse egli, prendendole senza alcuna pressione il polso e accennando una via traversa, alla sua sinistra.

— Dove? — chiese ella, forzandosi a guardarlo e ritirando un po’ il braccio ch’egli non lasciava.

— Di qua, vieni.... — insistette egli, attirandola dolcemente, con un lieve, tremulo sorriso su le labbra aride, pallido in volto.

— Ma no.... io adesso.... — tentò ella di schermirsi, più che mai impacciata e sgomenta, notando il fremito della mano, il sorriso nervoso, il pallore del volto e l’espressione aggressiva degli occhi di lui, intorbidati e rimpiccioliti.