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Usciva dal collegio due ore prima del solito; nè il marito dunque poteva esser di già alle poste, nè Matteo Falcone l’avrebbe veduta. Pure ella tremava; le pareva che tutti dovessero accorgersi dell’imprudenza, anzi della temerità di lui e dell’estrema agitazione con cui ella lo seguiva, come trascinata veramente, come cieca. E non penetrava il senso delle parole ch’egli le diceva con voce tremante; ma le udiva. Eran parole ardenti e affollate, che le cagionavano a un tempo vergogna e sgomento, misti a un piacere indefinibile. Egli le diceva che da lontano aveva sempre pensato a lei....
Ed ella ripetè involontariamente, con aria incredula:
— Sempre....
— Sì, sempre!
Che diceva adesso? Che ella non gli aveva risposto? Quando? A qual lettera? Fece per alzare gli occhi a guardarlo, ma subito riabbassò il capo. Sì, era vero: non gli aveva risposto. Ma come avrebbe potuto rispondergli, allora?
Pensieri sconnessi le guizzavano intanto nel cervello: le due bambine a cui soleva dare in quel giorno la lezione particolare; l’ultima minaccia del marito nella lettera d’Anna Veronica; il mostruoso amore e la gelosia di Matteo Falcone.... Ma nessuno di quei pensieri riusciva a
Pirandello. Esclusa | 15 |