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VIII.

— Venga, due passi.... Il mal di capo le svanirà. Vede che giornata? Due passi....

— Ha fatto male a venire....

— Perchè?

— Avrei voluto avvisarla.... Ma dove?

— Perchè? — insistette l’Alvignani.

Era turbatissimo anche lui. Non s’aspettava di ritrovar Marta in tanto rigoglio di bellezza e così confusa e tremante innanzi a lui. Non sapeva come spiegarsi la facilità con cui ella pareva si lasciasse condurre; e n’era quasi sgomento: temeva d’ingannarsi, si sforzava di dubitare e temeva di credere; temeva che un gesto, una parola, un sorriso imprudente non dovessero in un attimo rompere l’incanto.

Marta andava a capo chino, col volto in fiamme. Non avendo saputo, nè quasi creduto possibile separarsi da lui su la soglia del collegio, ed essendosi piegata all’invito di far due passi insieme, si era messa ad andare in su, dove il corso diveniva man mano più solitario. Non si sarebbe certamente avviata con lui verso la città, incontro alla gente.