Pagina:Pirandello - L'Esclusa, 1919.djvu/233


— 219 —

— Quanti colombi!

— Sissignore. Sono del padrone del casino. L’ho in custodia io.... Se vossignoria non li vuole, si portano via.

— No, per me, lasciateli; non mi disturbano.

— Come vuole. Vengo io a dar loro da mangiare, due volte al giorno, e a far pulizia.

E il vecchio portinaio li chiamò con un suo verso particolare e col frullo delle dita. Prima uno, poi due insieme, poi tre, poi tutti quanti scesero nella corte al noto richiamo, tubando, allungando il collo, scotendo le testine per guardare di traverso.

A sinistra, accostata al muro, esteriormente, sorgeva la scala in due brevi branche molto agevoli. Questa scala a collo, in quella corte, con quei colombi, dava all’abitazione un’aria villereccia molto modesta e allegra.

— Non c’è soggezione di sorta.... Vossignoria può guardare tutt’in giro. Nessun occhio ci vede qua dentro: solo Dio e le creature dell’aria.... — spiegò il vecchio portinaio.

Salirono a visitare la casa internamente. Erano otto stanze ammobiliate con una certa pretensione d’eleganza. L’Alvignani ne rimase contento.

— Il signorino ha famiglia?

— No, solo.