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li scacciava. Uno finalmente riuscì a distrarla: il suo ombrello — sì — adesso rammentava con precisione — lo aveva appoggiato all’uscio della classe sul corridojo, per appuntarsi meglio il cappello; sì, e poi se l’era dimenticato lassù.... Ah, senza dubbio, il Falcone, passando per il corridojo, lo aveva riconosciuto e nascosto, sì, per poterle offrire il suo, per aver modo d’accompagnarla.... lui, sì, senza dubbio! Perciò era così inquieto, giù, in sala d’aspetto.... Dove aveva potuto nasconderlo?
Poco dopo Marta dormiva.
Si svegliò per tempo, con un forte mal di capo, ma con l’animo tuttavia sostenuto da un’energia nervosa, che non era più la forza che prima le derivava dalla sicurezza di sè. Non vedeva l’uscita della sua via; ma sarebbe andata fino in fondo, a qualunque costo; già in attesa e preparata a scagliarsi contro ogni nuovo ostacolo che volesse sopraffarla.
Non provò quel giorno nessuna apprensione nell’uscir sola di casa. Dopo la pioggia del giorno innanzi, il verde degli alberi si era ravvivato quasi festivamente, e un aspetto festivo pareva avessero anche le case e le vie nella limpida freschezza dell’aria mattutina.
Ella cercava con gli occhi, innanzi a sè, se il marito fosse alle poste: sentiva che avrebbe