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— Nella pace degli angioli, signora mia!
E Dorò stesso, con le sue labbra, sant’anima! morendo, aveva balbettato ai due infelici superstiti: — Fifo, dice, ti raccomando, dice, Maria Rosa! Maria Rosa, dice, ti raccomando Fifo! Consolatevi! Consolatevi! Seguitate a vivere l’uno per l’altra....
— Ah, signora mia! — proruppe a questo punto donna Maria Rosa già al colmo della commozione, ricordando quelle parole e asciugandosi gli occhi ch’eran divenuti due fontane di lacrime, con un fazzoletto listato a bruno. — Noi, del resto, — riprese poco dopo, rassettatasi alquanto e soffiatosi strepitosamente il naso, — noi, del resto, abbiamo domandato consiglio, signora mia, a tutti i conoscenti, uno per uno, raccomandando che ci aiutassero con la loro esperienza, che ci dicessero coscienziosamente ciò che avremmo dovuto fare noi due poveretti rimasti soli, senza la sant’anima! La nostra condizione era questa: cognati.... e dovevamo vivere insieme, sotto lo stesso tetto.... la gente avrebbe potuto sparlare.... E tutti, tanto buoni, bisogna dire la verità, ci hanno consigliato di dar questo passo, tutti! Siamo entrambi d’una certa età, è vero; ma sa, signora mia, la maldicenza com’è? dove non può mettere i piedi, mette le scale.... E in questa città poi....