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Un solo rammarico per Marta, per Maria e per la madre, partendo: quello di lasciar Anna Veronica.
Povera Anna! Faceva loro coraggio, ma in fondo al cuore era la più disajutata: esse erano in tre; lei sarebbe rimasta sola, sola, sola, come abbandonata tra nemici. E di nuovo per lei il silenzio, di nuovo la solitudine, i giorni tristi, lunghi, uguali....
— Mi scriverete, però!
Diceva di non voler piangere, e piangeva. Le labbra costrette per forza a sorridere, invece di un sorriso, facevano il greppo.
Volle accompagnarle fino alla stazione ferroviaria a pie’ dei colle su cui sorgeva la città. Durante il tragitto in vettura, non scambiarono una parola. Era una giornata umida, grigia, e la vecchia vettura rimbalzava su i fradici sassi dello stradone scosceso, scotendo continuamente i vetri mal connessi degli sportelli, i quali davano un frastuono irritante.
Quando poi il convoglio stava per partire, Anna Veronica e la signora Agata, rimaste aggrappate l’una all’altra, soffocando i singhiozzi ciascuna su l’omero dell’altra, furon quasi strappate con violenza dal conduttore. Già la vaporiera fischiava, lì lì per mettersi in moto.
Anna rimase col volto bagnato di lagrime e