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maestra Ajala a darsi per ammalata per una quindicina di giorni, e intanto chiami una supplente perchè le alunne non abbiano a soffrirne nello svolgimento del programma, il quale.... Nel frattempo si provvederà. Va bene così?

E lo stesso giorno scrisse una lunga lettera confidenziale al suo caro Gregorio, scongiurandolo di far tutto il possibile per ottenere il trasferimento della sua “raccomandata„ — causa per lui di gravissimi danni. Non s’illudeva su le difficoltà; ma a lui, all’Alvignani, dopo lo splendido discorso alla Camera dei Deputati nella discussione del bilancio della pubblica istruzione (discorso che, d’un colpo — non per adularlo! — gli aveva creato una vera posizione parlamentare, come tutti i giornali assicuravano), nessuna difficoltà doveva riuscire insormontabile. Per quell’anno, del resto, la maestra Ajala poteva andare come supplente nel Collegio Nuovo in Palermo (posto vacante).

In attesa di così grave decisione, Marta fu costretta a prolungare di altri quindici giorni “la sua malattia„. Dopo circa un mese arrivarono due lettere dell’on. Alvignani, una per Marta, l’altra per l’ispettore Torchiara.

Nel ricevere quella lettera, Marta provò un vivissimo turbamento. Avvilita dall’impotenza di lottare contro l’ingiustizia potente di tutti;