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— Ma come! — osservò Marta. — La Flori, trasferita?
— Traslocata, sissignora! Fortuna, le dico, per le povere ragazze.... Che pittima!
— Con l’anno scolastico già cominciato?... — osservò Marta, non sapendo che pensare.
— Il Torchiara, forse.... — sfuggì alla signora Agata.
E riferì alla figlia la visita fatta di nascosto all’ispettore scolastico.
Poco dopo, mentre si vestiva per recarsi al Collegio, passata la prima commozione, Marta intuì a chi doveva quella nomina tardiva: n’ebbe una scossa, e sentì mancarsi a un tratto la forza d’aggangiare il busto alla vita.
Ricominciò la guerra fin dal primo giorno di scuola.
Già le altre maestre del Collegio, oneste e brutte zitellone, se la recarono subito a dispetto. Gesù, Gesù! un breve saluto, la mattina, con le labbra strette, e via; un lento e sostenuto cenno del capo, ed era anche troppo! Un’onta per la classe delle insegnanti! un’onta per l’Istituto! Il mondo, sì, intrigo: per riuscire, mani e piedi! ma onestamente, oh! anzi, onoratamente....
E, sotto sotto, contentavano con acre invida malignità il modo con cui il direttore e gli altri professori del Collegio fin dal primo giorno si