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— Sai che vuole? — scattò Marta, con gli occhi lampeggianti. — Gli è mancato il coraggio; ha rimorso, da un canto; e, dall’altro.... io ho tentato di alzar la testa, è vero? ebbene, e lui, giù! vorrebbe farmela riabbassare, giù! giù! nel fango in cui m’ha gettata! Questo vuole! Io non debbo respirare più, non debbo cancellarmi dalla fronte, qua, il marchio, il marchio con cui ha creduto di bollarmi! Questo vuole! Oh, se gli dò questa soddisfazione, di rimanere appiattata nel fango, come ranocchia ch’egli possa schiacciare col piede, se gliene venga la voglia; se gli dò questa soddisfazione, sai? ma sarebbe anche capace di mantenermi, di darmi da vestire e da mangiare, a me e ai miei....

Anna la guardò sorpresa e dolente.

— Non vuole questo, di’? — incalzò Marta. — Ho indovinato? Vuoi darlo davvero a conoscere a me? Gli leggo in fronte, come in un libro, ciò che gli passa per la mente!

— Se tutto questo volessi scriverglielo.... — arrischiò timidamente Anna.

— Io? a lui?

— Perchè vorrebbe una risposta....

— Da me? — fece Marta, con sdegno. — Io, scrivere a lui? Ma io.... guarda, piuttosto.... giacchè nulla è valso per costoro e la mamma e Maria per vivere debbono avvilirsi con me al