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— Di là, — accennò la signora Agata. — Ma temo che non sia il momento....
— Vado io sola, — aggiunse Anna, levandosi.
Marta era stesa prona sul lettuccio, con le braccia conserte sul guanciale e la faccia nascosta; appena sentì schiuder l’uscio restrinse le braccia e vi cacciò più addentro il volto.
— Sono io, Marta, — disse Anna, richiudendo l’uscio pian piano.
— Lasciami, per carità, Anna! — rispose Marta, senza levar la testa, agitandosi sul letto. — Non tentare di confortarmi!
— No, no, — s’affrettò a soggiungere Anna Veronica, accostandosi al lettuccio e posandole lieve una mano su le spalle. — Volevo soltanto vederti....
— Non voglio veder nessuno, non posso sentir nessuno, in questo momento! — riprese Marta smaniosamente. — Lasciami, per carità!
Anna ritrasse subito la mano, e disse:
— Hai ragione....
Attese un pezzo, poi riprese sospirando:
— Troppo bello.... troppo facile sarebbe stato! T’immaginavi che la gente non dovesse impedirti d’andare per la strada che ti sei aperta col lavoro, con l’ingegno, col coraggio.... Ma a che servono, cara mia, queste cose? Protezioni ci