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XIII.
Anna Veronica scappò in fretta dalle Ajala, appena andato via Rocco Pentàgora.
— Dov’è Marta? — domandò piano a Maria, ponendosi un dito su le labbra.
— Nella sua camera.... Perchè?
— Zitta! Piano!
Fè’ cenno alla signora Agata d’accostarsi; si guardò d’attorno:
— Lasciatemi sedere.... Tremo tutta.... Ah, care mie, se sapeste! Indovinate chi è venuto da me, or ora? Il marito di Marta!
— Rocco! Lui! — esclamarono insieme, sottovoce, stupite, Maria e la madre.
Anna si ripose il dito su le labbra.
— Come un pazzo, — aggiunse, agitando le mani per aria. — Ah che paura! La ama ancora, ve lo dico io! Se non fosse.... Ma sentite: dunque, è venuto da me. Io, dice, non credo alle calunnie della gente....
— E allora? — scappò dal cuore alla madre.
— Giusto così: e allora? — gli ho detto io, come te. Ma egli, Marta, dice, — aspetta! — non