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Il cavalier Claudio Torchiara, ispettore scolastico, era del paese e amico intimo di Gregorio Alvignani. A lui i reclami si ritorcevano sotto altra forma e sotto altro aspetto. Voleva l’Alvignani rendersi impopolare con quella protezione scandalosa?

E invano il Torchiara s’affannava a protestare che l’Alvignani non c’entrava nè punto nè poco, che quella de la maestra Ajala non era nomina governativa. Eh via, adesso! Che sostenesse ciò il direttore del Collegio, transeat! ma lui, il Torchiara, ch’era del paese; eh via! Bisognava aver perduto la memoria degli scandali più recenti....

Era venuta dunque così, dall’aria, quella nomina dell’Ajala? E, in coscienza, se il Torchiara avesse avuto una figliuola, sarebbe stato contento di mandarla a scuola da una donna che aveva fatto parlare così male di sè? Che fior di maestra per le ragazze!

Se a Marta, ogni dì più oppressa dalla crescente miseria, mentre furtivamente, non compresa dai suoi, chiusa nella sua cameretta, si preparava a quegli esami, si fosse per un momento affacciato il pensiero che ella avrebbe incontrato, sott’altro aspetto, quasi la stessa vigliacca e oltraggiosa rivolta popolare; forse le sarebbe a un tratto caduto l’animo. Ma spronavano allora la sua baldanza giovanile da un